2-5
novembre 2017
Teatro Greco
Via Leoncavallo 10
Roma
La vita è sogno
di Calderon de la Barca
Regia di Mariagiovanna Rosati Hansen
Musiche Originali di Dani Macchi
con: Umberto Bianchi, Stefano Ferrarini, Paolo Gatti, Emanuele Martorana, Gaia Melani, Paolo Murittu, Patryk Pawlak, Deborah Perrotta
e con: Michal Rudas e Luana Caraffa
Figuranti: Nicola Curti, Stefano Dattrino, Riccardo lo Pinto
Aiuto Regia e Testi: Giada Costa
Disegno luci e fonica: Raffaele Fracchiolla
Trucco e acconciature: Giusy Antoci
Maestro D’Armi: Tonino Cirami
Costumi e scene: Angela de Prisco per ACCADEMIASTUDIO e Giorgia Russo per FANTASYFORGE
Video: GG Studio – Fotografie: Saida Volpe
Portare in scena “La vita è sogno” di Calderon de la Barca è una scommessa e una sfida per ogni regista.
Il suo significato recondito e ricco di simbolismi, innovativo già per i tempi di Calderon de la Barca ci parla e ci suggerisce chiavi di lettura e di realizzazione che vanno ben oltre la semplice trama favolistica.
Ai nostri giorni, tuttavia, ambientare la vicenda nel milleseicento non ottiene a mio avviso, lo stesso scopo. Come fare per conservare, dunque, l’evocatività e la potenza di una scelta drammaturgica così ben delineata?
Il passato, qualunque esso sia, non ha più la forza evocativa che possedeva nel 1600.
Il futuro, dunque?
Una nuova epoca barbara, magari una post catastrofe… Un fantasy appunto!
A mio avviso ciò che più si avvicina alla fascinazione originale è un non tempo, un buco nero temporale … Un tempo della coscienza, una sospensione del normale fluire del tempo.
Due personaggi seguono e supportano la vicenda di Sigismondo: la Luna che evoca la spiritualità insita in ogni essere umano e il Drago che al contrario evoca il diavolo (Dia balla: colui che separa) cioè il Male che si è impossessato di Sigismondo a causa dell’odio del padre. Il teatro, la rappresentazione, qui non ha più il significato di “guardare fuori”, ma di “guardarsi dentro”.